Lettere & Arti. Le Istituzioni culturali

LE LETTERE

Il premio Massarosa nasce nel 1947 «su iniziativa di alcuni “scapigliati” studenti universitari», come è scritto in un articolo apparso su una pagina web del sito comunale (Pier Luigi Pierini, Il Premio Letterario Massarosa), contemporaneamente al premio Strega. Come anzianità è dunque terzo in campo nazionale, dopo il Bagutta (1927) e il Viareggio (1930). La prima cerimonia di premiazione, tenuta in una sera di settembre di quello stesso anno presso il locale pubblico Le Lucciole, a Massarosa, è presieduta da Eusebio Girolami, allora sindaco del comune, mentre Renato Santini, il grande pittore viareggino, «faceva le caricature ai membri della giuria».

L’anno successivo, il 1948, già Leonida Repaci, ideatore del premio Viareggio e suo presidente fino al 1985, e Mario Luzi, l’indimenticabile poeta toscano, pur non facendo parte della commissione giudicatrice sono presenti alla cerimonia di premiazione, a testimoniare la bontà di quell’iniziativa, che nel corso degli anni giungeva a ottenere attenzioni e consensi di importanti figure del mondo letterario italiano che via via prenderanno parte alle diverse commissioni giudicanti: da Arrigo Benedetti a Carlo Bo, da Felice del Beccaro a Enrico Pea, da Guglielmo Petroni a Mario Soldati, da Giovanni Spadolini a Mario Tobino, e altri ugualmente autorevoli e importanti personaggi della società italiana.

Così la ristretta comunità artistica e letteraria del comune, che del premio è stata l’anima ideatrice, continuerà a stringersi intorno alla sua organizzazione: dal giovane Vasco Giannini, che ne è segretario, a Virginio Bianchi che segnalatosi per un racconto alla prima edizione entrerà successivamente a far parte della giuria. Da Sante Baroni a Guglielmo Lera, fino a Carlo Pellegrini, che sempre presiedé le diverse commissioni di quelle prime edizioni dal 1947 al 1969, anno in cui a vincere per un’opera prima di narrativa, formula questa introdotta dal 1965, fu Claudio Marabini con Gli anni sessanta, narrativa e storia, per le edizioni Rizzoli, libro per altro impreziosito dalla copertina disegnata da Bruno Munari. Di questa prima stagione ricordiamo altri protagonisti: il poeta versiliese Giuliano Bimbi, Silvio Micheli, Massimo Grillandi, Mimi Zorzi scrittrice milanese che nel 1965 vinse con I nemici in giardino, per le edizioni Mondadori, libro recentemente tornato alle stampe, e ancora oggi in catalogo a più di quarant’anni da quella prima fortunata apparizione.

Il premio Massarosa riprese nel 1991, sotto la gestione della locale associazione Caleidoscopio. Rammento bene questa nuova edizione perché ho fatto parte di alcune giurie. Tra queste ricordo la presenza di Mario Tobino, Geno Pampaloni, Manlio Cancogni, Dino Carlesi, Vasco Giannini, Cesare Garboli che a volte ci invitava, se non obbligava, a tenere le nostre riunioni presso il ristorante Il Garibaldino, a Viareggio, dalla cui cucina era tanto lusingato quanto dall’amata letteratura; poi il poeta genovese Luciano Roncalli recentemente scomparso, già vincitore di una delle prime edizioni del premio e poi divenuto parte della piccola comunità. Ad essere premiato in quel primo anno, sempre per un’opera prima di narrativa, fu Alessandro Baricco con Castelli di rabbia, con buona parte dello staff Rizzoli presente a Massarosa alla cerimonia di premiazione, al teatro Modernissimo ad accompagnare e festeggiare l’esordio del giovane e talentoso scrittore.

Il secondo anno, nel 1992, a vincere fu il napoletano Antonio Franchini con Camerati. Quattro novelle su come diventare grandi, Leonardo editore, che poi ottenne, sempre in quell’anno, il premio Bagutta opera prima, anche lui giovane scrittore all’inizio di una fortunata carriera letteraria. Tra i successivi vincitori degli anni seguenti, allora la formula era andata a premiare una raccolta inedita di poesia, ricordo Vittorio Buffoni, Luciano Roncalli, Adriano Sansa, che poi sarà sindaco di Genova, Paolo Sangiovanni e Guido Zavanone che chiuse quella seconda breve ma luminosa stagione del premio Massarosa.

Recentemente, nel 2004, sotto il patrocinio dell’amministrazione comunale, il premio Massarosa ha ripreso un cammino che immaginiamo, e auguriamo, ancora attento e felice nel tenere accesa una tradizione letteraria tanto feconda e prestigiosa. Riaprendosi alla formula dell’opera prima di narrativa è stata Lorella Pagnucco Salvemini con la levigata scrittura di Gli occhi su samovar, per Marsilio editore, a ottenere dalla giuria, presieduta da Lucia Poli, il meritato riconoscimento. Nell’edizione 2005 è invece Francesca De’ Angelis la vincitrice con Solo per vedere il mare, edizioni Studium, viaggio alla scoperta dei percorsi del cuore e della mente di uno dei più grandi poeti italiani, Torquato Tasso.

LE ARTI

Nel 1956 prendeva vita a Stiava il premio di pittura Beppino Cosci. L’organizzazione della manifestazione, di cui era presidente in quelle prime edizioni Pietro Lotti, ruotava intorno al poeta e pittore Mario Cosci e al pittore Ernesto Altemura, finché nel 1964, divenuto premio Comune di Massarosa, l’intera gestione organizzativa passò all’amministrazione comunale. Questa prima edizione subito si caratterizzò come qualificato appuntamento e importante vetrina espositiva. Pittori come Ernesto Treccani, Eugenio Pardini, Morando, Loffredo, Farulli, critici d’arte come Mario De Micheli, Tommaso Paloscia, letterati come Dino Carlesi e Piero Santi, presero parte ai lavori delle diverse giurie.

Poi fu un susseguirsi di riconoscimenti per quella giovane scuola versiliese che negli anni seguenti si sarebbe distinta, nella scia di una figurazione seguita all’opera di Lorenzo Viani, coma scuola partecipe alle contemporanee istanze esistenziali e sociali, pur risolte in linguaggi pittorici a volte distanti: Beconi, Santini, Pardini, Altemura, Francesconi Franco, Liberatore, poi Giuseppe Giannini, Martinelli e Luporini, rappresentanti quest’ultimi di quel ‘realismo esistenziale’ che proprio in quegli anni a Milano iniziava la sua breve e intensa stagione.

Come detto, le successive edizioni del premio passarono poi all’amministrazione comunale di Massarosa che seppe continuare il cammino di quell’iniziale proposta, anzi ampliandola con una formula che introduceva anche l’organizzazione di rassegne dedicate ai vincitori delle precedenti edizioni. La sede dei successivi concorsi, dopo i primi tenuti presso la scuola elementare di Stiava, si trasferiva ed era fissata di volta in volta alle strutture pubbliche presenti nelle varie frazioni del comune, coincidenti quasi sempre con gli edifici scolastici, svolgendo in questo una funzione didattica e divulgativa delle tradizioni e linguaggi figurativi.

Continuava altresì l’opera di rivisitazione dell’opera di alcuni esponenti locali di quella scuola versiliese a cui abbiamo già accennato: dall’importante rassegna retrospettiva sull’opera di Virginio Bianchi, organizzata nel 1980 in occasione del decimo anniversario della morte del pittore e tenuta presso la scuola Alessandro Manzoni di Massarosa, alla vasta antologica dedicata a Vasco Giannini, «omaggio non al concittadino ma alla sua pittura» come scrive Tommaso Paloscia nel catalogo della mostra svolta a villa Gori, a Stiava, nel 1983. Fino alla segnalazione di altri giovani pittori allora emergenti nel panorama delle arti visive versiliesi, come Luciano Bastianelli o Nelson Tommasi, che in quegli anni Sessanta avevano da poco cominciato il proprio percorso artistico. Percorso che via via si sarebbe arricchito della partecipazione di altre associazioni, enti o circoli privati, spesso sorti dall’impegno e competenza di pochi individui, e protagonisti di stagioni culturali ricche e variegate; insieme al talento di altri pittori e artisti che oggi continuano, nella differenziazione degli stili e dei linguaggi che è propria dell’arte contemporanea, un cammino e una tradizione tanto prodiga e felice.

LA MUSICA: FESTIVAL DI MUSICA DA CAMERA DELLA VERSILIA

Nel 1967 nasceva l’associazione Storico Artistica Chiesa Romanica di Pieve a Elici voluta da Carlo Pellegrini, ispiratore e patrono di diverse manifestazioni culturali nel territorio massarosese, dal maestro Antonio Ardinghi e da don Puccinelli allora pievano di quella chiesa. Scopo dell’ associazione era la promozione e organizzazione di una stagione concertistica che avesse luogo all’interno della stessa pieve, iniziativa che trovò subito il sostegno della stessa amministrazione comunale. Prendeva così vita il Festival di musica da camera della Versilia che nel 1973, dopo alcuni anni di esiti alterni, accoglie nel comitato organizzativo Marcello Parducci, poi assessore alla cultura del comune di Massarosa e attuale presidente dell’associazione Musicale Lucchese, che dal 1988 condurrà in prima persona la gestione delle stagioni concertistiche.

Nel 1993 inizia la collaborazione con il maestro Herbert Handt, che ancora di più caratterizzerà la qualità della manifestazione, oggi ritenuta una delle più interessanti tra le diverse che animano l’estate versiliese e di assoluto valore al di là dei confini geografici. Attualmente la preparazione della stagione musicale, sostenuta come detto dall’assessorato alla cultura del comune di Massarosa in collaborazione con l’associazione Musicale Lucchese, si avvale della partecipazione di altri enti e istituti. Il programma, sviluppato in collaborazione con il già citato maestro Handt, oltre a offrire qualificati appuntamenti musicali, ha sempre cercato un punto di incontro, se non di comunione, tra giovani talenti e artisti di fama internazionale, svolgendo in questo senso una funzione di elaborazione e interpretazione musicale che è didattica, produzione culturale e spettacolo nello stesso momento.

Importante appuntamento estivo i concerti si svolgono all’interno della pieve di San Pantaleone a Pieve a Elici, in un ambiente altamente suggestivo. Nel miracolo dell’equilibrio delle sobrie e disadorne forme, proprie dell’arte romanica, l’architettura si trasforma in una perfetta acustica e la musica quasi si fa immagine di una divina e originaria armonia. Ampio l’elenco degli artisti che si sono succeduti nell’area a ridosso del presbiterio, vegliata dalla pala in marmo dei Riccomanni, tanto che basta guardare al programma di quest’ultima edizione, svolta nell’estate 2006, per cogliere il senso e la qualità di questa manifestazione: da Pavel Berman a Nelson Goerner, dal Quartetto di Fiesole a Andrea Lucchesini, dalla giovane Giovanna Borruso a Leonardo Bartelloni, in quella commistione di spettacolo, ed elaborazione musicale, che rende ogni concerto un evento ugualmente volto al passato e al suo superamento, nel breve e magico spazio di una interpretazione musicale.

CONCERTI PER MUSICA D’ORGANO

Non lontano da Pieve d’Elici, a pochi chilometri in linea d’aria, si alza la pieve di San Michele in Corsanico, al cui interno spicca l’antico organo, costruito tra il 1602 e il 1606 dal veneziano Vincenzo Colonna, e disposto in cantoria al centro della controfacciata. Nel 1981 al termine di lavori di manutenzione e restauro, affidati all’organaro Alfredo Piccinelli di Padova, fu celebrata nella chiesa una cerimonia inaugurale dell’antico strumento ora riportato al suo assetto migliore. Il concerto si tenne il giorno 3 ottobre, alla presenza dell’allora presidente del Consiglio, sen. Giovanni Spadolini, con musiche eseguite da Mariella Mochi titolare della cattedra di Organo e composizione organistica al conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, nonché organista di fama internazionale.

Prendevano il via in quell’occasione le stagioni concertistiche, dedicate alla musica d’organo, che da quella data, e nella stagione estiva, si sarebbero succedute con cadenza annuale. Da una iniziale gestione dell’amministrazione comunale l’organizzazione sarebbe poi passata dal 1984 all’associazione culturale Amici della Musica d’Organo Vincenzo Colonna, a tal proposito sorta nella stessa frazione di Corsanico. Considerata tra quelle italiane di più alto livello, la manifestazione ha assunto un ruolo e un valore riconosciuto anche in ambiente internazionale, testimoniato dalla partecipazione di prestigiosi musicisti che si sono succeduti alla tastiera dello storico strumento, autentico capolavoro dell’arte organaria, divenuto proprietà della comunità di Corsanico dal 1886. Tra questi il grande Gustav Leonhardt, Luigi Fernando Tagliavini, la concertista spagnola Montserrat Torrent Serra.

I concerti, come detto, si svolgono nella chiesa di San Michele, elevata a rango di pieve nel 1946, posta nel cuore del paese di Corsanico, e non riguardano solo musica d’organo. Nell’ampio programma della stagione concertistica 2005 leggiamo, tra gli altri, il nome del violinista Sergej Krilov, o della mezzosoprano Tichina Vaughn, a indicare l’ampiezza e la qualità di questi appuntamenti musicali che l’amore e la passione ancora accendono, come tante luci che ancora illuminano i luoghi, e la storia, di queste colline.

LE ALTRE MUSE

Oltre queste quattro, che fanno parte della storia culturale del comune, altre manifestazioni hanno più recentemente vivacizzato la vita della comunità. A volte con esemplare intuito organizzativo che supplisce il modesto budget a disposizione, a volte ritagliandosi uno spazio nel già ricco cartellone versiliese, riuscendo in un qualche particolare aspetto o settore a porsi come termine di riferimento all’interno di questo territorio. Altre volte con idee e gestioni originali e prolifiche che però, nel corso degli anni, non riescono a mantenere, per diversissime cause, quell’iniziale slancio. Tanto che ogni frazione ha un proprio calendario, una propria estate vorrei dire, in un qualche aspetto o settore delle arti e discipline artistiche, che andando a cercare all’interno di queste comunità a volte troviamo manifestazioni condotte con inventiva ed esemplare professionalità. Rimandiamo quindi alle singole pagine, a esse dedicate, ogni trattazione di questo brulicante ed effervescente fenomeno.
Arturo Lini

 

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